Dalla pagina Facebook di Andrea Nuzzo

Bill please, ecco il conto per incivili e fastidiosi.

Chi è Bill? Semplice. Bill nasce da un’idea di Andrea Nuzzo, ragazzo classe ’96, protagonista della mia intervista. Bill è un personaggio che denuncia i comportamenti poco civili o fastidiosi, che guarda con occhio critico tutto ciò che ci circonda. Non è altro che un omino stilizzato diventato famoso dopo la prima settimana dalla sua comparsa sui social con 20 mila mi piace, arrivando a 500 mila dopo soltanto un mese fino ad arrivare ad oggi, vantando 1.131.768 di likes su facebook. Con l’esperienza di Fb Andrea Nuzzo è riuscito a dare una direzione alla sua vita professionale. Iscritto ad informatica e lingue all’università di Tor Vergata, nel settembre 2015, si trasferisce successivamente alla facoltà di Comunicazione digitale alla Sapienza. Abbiamo intervistato proprio lui, l’ideatore di Bill, per delineare la crescita di un’idea e per osservare da vicino cosa significa essere un giovane di oggi con qualcosa da dire.

1. Parlaci di come è nata l’idea di questo personaggio.

L’idea è nata la notte del 22 dicembre 2015. Ero sul letto, non avevo sonno, e così ho deciso di mettermi davanti al computer per realizzare qualcosa che potesse essere semplice ed originale. L’idea di questo format è nata sia per gioco, dato che nell’ultimo periodo utilizzavo tanto i social e sia dalla consapevolezza della mancanza di un contenuto educativo che spiegasse alle persone come comportarsi sui social; una sorta di bon ton 2.0. Così ho deciso di disegnare il mio omino stilizzato davanti al computer e utilizzarlo per trasmettere messaggi positivi. Avendo creato il tutto su Paint, ho impiegato meno di 5 minuti per realizzare le prime immagini, trasformando in un vantaggio la mia totale incapacità da un punto di vista grafico.

2. Quanto Andrea c’è in Bill?

Sicuramente nel personaggio di Bill c’è molto di Andrea. In lui vedo una sorta del mio alter ego ma molto più coerente e saggio di me. Per semplificare il concetto, direi che Bill è sì il personaggio a cui do voce per esprimere determinate opinioni, ma rappresenta un esempio anche per me stesso, ricordandomi sempre di sforzarmi per comportarmi anch’io come lui e rendere il mondo un posto migliore. Inoltre, questo discorso del rapporto tra Bill e Andrea è curioso anche per un altro motivo: alcune persone che mi conoscono nella vita reale, leggendo le mie vignette hanno paura che io utilizzi Bill per criticare dei comportamenti che hanno adottato nei miei confronti. Ovviamente non è così, per questo sottolineo molto il fatto che Bill e Andrea sono due personaggi diversi, seppur strettamente collegati. È come se Bill fosse una marionetta a cui faccio compiere i gesti e i movimenti che ritengo corretti, ma non me la sento di immedesimarmi in lui.

3. Ti aspettavi tutto questo successo e l’indubbio ritorno economico e professionale?

Assolutamente no, è stata una piacevole sorpresa. Ad essere sincero ho impiegato un po’ di tempo per realizzare i numeri che avevo tra le mani e trasformarli in un lavoro. Non è nulla di scontato e immediato e richiede anni per riuscire a capire come utilizzare il proprio seguito per fini economici senza andare a snaturare il format o a prendere in giro il fan più affezionato. Una piacevole sorpresa è stata anche la quantità di seguito raggiunta in poche settimane. Trattandosi di un format sì, ironico, ma allo stesso tempo educativo, non mi aspettavo che potesse piacere così tanto al pubblico dei social. Solitamente i contenuti che diventano virali online non trasmettono nulla di utile allo spettatore, anzi, sono piuttosto bassi e scurrili, invece Bill è riuscito ad andare oltre questo limite e questo mi dà speranza. Non esagero se dico che Bill mi ha cambiato la vita, sia da un punto di vista di studi che professionale dato che mi ha fatto scoprire una predisposizione verso il mondo della comunicazione e del marketing che prima ignoravo completamente. Mi ha permesso di essere più sicuro di me stesso e mettere da parte quella timidezza che fino a pochi anni fa faceva da padrona.

4. Tu sei nato e cresciuto Roma. Sei una delle dimostrazioni che non serve andar via per farcela ma che bisogna solo crederci. Che consiglio daresti ai giovani?

Non mi è mai piaciuto fare il guru e dare dei suggerimenti facendoli passare per verità assoluta. Ognuno ha il proprio percorso e i propri interessi che per fortuna lo rendono diverso dagli altri. Quello che mi sento di consigliare è di essere sempre curiosi e intraprendenti, senza dare per scontato nulla. Spesso ciò che accade per caso può totalmente cambiare la propria vita o almeno la visione di essa. Per quanto riguarda il discorso della città e del paese in cui ci si trova è esattamente come dici tu, non importa dove, l’unica cosa che conta è crederci e realizzare qualcosa. Spesso il nostro cervello si pone dei falsi obiettivi, come “devo andarmene da qui per riuscire a realizzare qualcosa”. È tutto nella nostra testa e nella voglia di fare, a prescindere dal luogo in cui ci troviamo e dal periodo della nostra vita che stiamo vivendo. Soprattutto oggi che con il mondo di internet possiamo fare qualsiasi cosa con un budget pari a 0 e poter raggiungere quasi ogni angolo del mondo. Dovremmo imparare tutti a sfruttare di più le nostre potenzialità e quelle che il mondo ci mette a disposizione.

Così conclude Andrea. Ed è così che vorrei concludere io: non importa da dove si parte, dove si è. Importa che cosa si ha da dire. Perché se il messaggio è forte, curioso, dinamico, arriva. Andrea è partito da un disegno stilizzato su paint per arrivare, poi, ad essere selezionato come docente per il corso di Instagram Marketing al polo informativo di Roma. Indubbiamente siamo spettatori di un cambiamento totale nel mondo delle professioni. L’avvento dei social media ha creato un indubbio progresso, generando posti di lavoro e consentendo all’economia di ruotare a 360 gradi. Ma, siamo realmente pronti ad accettare questo cambiamento? Sicuramente, Bill è fiducioso. Quindi sii come Bill.