FRANCESCO SPECIALE – quando l’arte è scienza e magia

Arte, tecnica, studio, scienza, astronomia, astrologia, magia sono solo alcune delle parole che si possono legare al mondo di Francesco Speciale, trentaduenne cosentino, artista poliedrico, che ha ottenuto tanti riconoscimenti e che è alla continua ricerca di forme d’arte più profonde, intese sia come ricerca di nuove materie da usare sia come ricerca di veri e propri “stadi dell’arte” che evochino emozioni e sensazioni profonde. Ma Francesco, appunto, non è solo un artista, è anche uno studioso delle materie, degli elementi, che si appresta con occhio scientifico all’arte e, nell’ultimo anno, anche alla divulgazione del cielo stellato, tra scienza, miti e leggende

Lo abbiamo incontrato al termine di uno degli eventi che realizza insieme ad un team di esperti al Planetario Giovan Battista Amico di Cosenza.

  • Ciao Francesco, partendo dalle origini: sapevi fin da piccolo che volevi fare l’artista?

Innanzitutto, voglio fare alcune premesse: l’arte è sempre ricerca, l’arte ha sempre fondamenta scientifiche, basti pensare che il termine stesso deriva dal greco “Τέχνη”, che significa tecnica, ed una tecnica ha sempre un modus operandi scientifico intriso di conoscenze. Solo in un secondo momento, l’artista inizia a trasferire lo Spirito e dunque le emozioni e l’invisibile, attraverso la materia, attraverso la tecnica.
Di voler “fare” l’artista, l’ho sempre saputo, sin da piccolo. Per quanto mi riguarda, la ritengo piuttosto una condizione dell’essere; allontanarmi dall’arte, significa allontanarmi da me stesso. Il mio percorso è iniziato da queste consapevolezze, che poi mi hanno condotto a studiare ed approfondire più discipline per farle interagire tra loro attraverso la tecnica, attraverso l’arte.

  • Quanto è importante la formazione, l’apprendimento e, nel tuo caso, lo studio costante?

Sono necessari e non potrebbe essere diversamente. Gli antichi Maestri ci hanno insegnato quanta conoscenza possa e debba esserci dietro il “grande sipario” dell’arte. E’ un insegnamento che ha messo profonde radici in me e in cui ho concentrato la maggior parte del mio percorso.
Ad esempio, un tempo, gli artisti preparavano i colori con i pigmenti, conoscevano la chimica per la realizzazione di vernici, mestiche ed altre ricette indispensabili. Io agisco allo stesso modo ancora oggi rispettando questo sacro insegnamento, costruendo da solo i telai ed i supporti e realizzando tutto quanto mi occorre per poi utilizzarlo per la creazione delle opere.

  • Quanto sei curioso in una scala da 1 a 10?

100.

  • Com’è essere artista oggi, soprattutto al sud?

Nemo Profeta in Patria” dicevano i latini… E’ una continua lotta ma ho scelto di rimanere qui, nella mia terra a combattere, se necessario. Sono la resistenza!

  • Nel 2006 hai scritto il “Manifesto Evasionista”: di cosa si tratta?

E’ un movimento artistico che ho fondato nel 2006, che più tardi e a mia insaputa, mi avrebbe portato alla scoperta della “Quinta Dimensione”.

  • A tal proposito, con le tue opere vuoi teorizzare proprio il concetto di “Quinta Dimensione”, ovvero quella delle percezioni e delle emozioni. Le tue opere sono uno strumento per evocare ricordi, sensazioni forti, anche dolorose.  Come avviene la fase creativa?

La “Quinta Dimensione” certamente è la mia più importante scoperta. E’ anche la dimensione dell’invisibile e della consapevolezza. Nella storia dell’arte conosciamo quattro dimensioni. Le prime tre Dimensioni Euclidee: altezza, larghezza e profondità. La Quarta Dimensione, invece, è stata scoperta e manifestata da Picasso: il Tempo. 
Paradossalmente, la “Quinta Dimensione” dovrebbe essere la Prima, poiché attraverso le percezioni è possibile sentire le prime tre dimensioni e grazie alla consapevolezza è possibile sentire il Tempo. 
Eppure l’uomo vive anche di emozioni e di percezioni, caratteristiche invisibili che gli appartengono nel profondo. 
L’arte rende possibile quanto detto fino ad ora e diventa in questo modo, uno strumento percettivo che evoca, provoca, turba, stupisce, emoziona.
Sono processi intimi che ognuno vive a modo proprio o non vive, dunque, proprio durante la fase creativa considero e metto in discussione anche tutto questo.

  • Sei anche stato assistente dell’artista Berlingeri: com’è stata questa esperienza? Cosa ti porti dietro?

I preziosi insegnamenti di un grande Maestro. L’esperienza con Cesare è stata determinante  per il mio percorso insieme all’Accademia di Belle Arti di Roma ed ai Maestri delle botteghe napoletane. 
Tuttavia, Berlingeri mi ha lasciato molto più rispetto a tutte le altre esperienze fatte finora.

  • Andando, invece, sui tecnicismo: cos’è la tecnica del “Clouage”? 

Dopo i tanti “age” della storia, come ad esempio il “Collage”, il “Decluage” ed il “Pliage”, ho messo a punto la tecnica del “Clouage” che sta per “Inchiodare”. E’ una tecnica complessa, in cui i chiodi sono martellati dal retro della superficie e con parametri matematici. Dapprima si costruisce una griglia modulare, si ottengono così i “nodi” sulla griglia e si praticano dei fori sugli stessi. Poi, in corrispondenza dei fori, si martellano i chiodi dal retro. Il risultato finale sulla superficie dell’opera, permette all’osservatore di vedere la punta del chiodo e non la sua testa. 

  • Negli ultimi tempi la tua arte ha preso uno stile molto “magico” ed esoterico: realizzi bacchette magiche con materiali preziosi e vendute in tutto il mondo, così come talismani e molti altri oggetti, dietro ai quali c’è un approfondito studio delle materie ma anche e soprattutto delle arti magiche, dei riti e delle leggende di vari paesi e di differenti momenti storici. Il tuo laboratorio presto sarà una vera e propria fucina dedicata alla stregoneria e alle arti esoteriche (ndr avrà anche una versione online). Ma cos’è per te “la magia” o in generale il mondo esoterico? Quanto c’è di magico nel nostro mondo?

L’arte e la Magia hanno un legame straordinario. A ricordarcelo è la testimonianza delle pitture rupestri. Si tratta di un vero e proprio rituale messo in opera dai nostri antenati attraverso la raffigurazione di scene di caccia, che avevano il propiziatorio intento di un esito positivo. 
L’uomo compie continuamente e quotidianamente rituali magici, soltanto che spesso agisce inconsapevolmente. Il nostro mondo è ricolmo di Magia, noi stessi siamo Magia. La Fede, la Fantasia, l’Intento, la Ritualistica, l’Evoluzione, sono operazioni magiche. Da tempo ormai mi occupo di Esoterismo e di Alchimia, anche conosciuta come “L’Arte” o la “Grande Opera”, ossia il dominio dello straordinario dove “Tutto è Uno”. 
Io vivo nello straordinario e nel nostro mondo intriso di Scienza e di Magia… Tutto è Magia e, nel contempo, tutto è Scienza. Anche e soprattutto questo diventa straordinario poiché non si tratta di entità opposte ma complementari, e questo i nostri antenati lo hanno sempre saputo. 

  • Cosa cercano maggiormente le persone tra le tue creazioni mistiche?

Da qualche tempo a questa parte, mi sono reso conto di quanto l’uomo abbia perso contatto con tutto ciò che i nostri antenati hanno tentato di tramandarci. L’uomo ha perso il contatto con la natura, con il primordiale, con il primitivo, con le sue stesse radici, con il regno dell’invisibile. Il mio intento è restituire tutto questo attraverso le mie creazioni. In questo senso mi sento uno strumento al servizio degli altri.

  • Nell’ultimo anno, come dicevamo, hai preso parte ai lavori del Planetario di Cosenza, contribuendo alla divulgazione scientifica con quell’occhio mistico, appunto, che ti contraddistingue. “Il cielo tra miti e leggende” è la lectio tenutasi sabato 27/10 in una sala gremita di persone, curiose e affascinate. Quando hai iniziato a scrutare il cielo alla ricerca della sua origine, scientifica e mitologica? 

Tutto questo è avvenuto sicuramente grazie all’incontro con il Dottore di ricerca Angela Zavaglia. Le mie nozioni si limitavano alle conoscenze ed agli studi dell’Astrologia antica, Angela mi ha insegnato le leggi dell’Astronomia, le regole che sorreggono la volta celeste. Le stelle, le guardavo e le utilizzavo già da prima, ma Angela mi ha insegnato a riconoscerle, a sentirle mie, a vederle.
Tutto questo mi ha inoltre offerto l’opportunità di incontrare un Fisico, altro grande Maestro: Franco Piperno, con cui collaboro ancora oggi.

  • Qual è la leggenda o la verità scientifica che più ti affascina legata al cielo? Preferisci l’astronomia o l’astrologia? 

Ogni racconto del manto stellato che ci sovrasta è singolare e straordinario, pertanto mi è impossibile sceglierne uno. La verità scientifica che più mi ha affascinato è certamente la “Precessione degli Equinozi” che svela alcuni misteri. Astronomia e Astrologia si tengono per mano in cielo. Considerare soltanto l’Astronomia equivale a conoscere le leggi dei corpi celesti senza però utilizzarle; viceversa, considerare soltanto l’Astrologia significa utilizzare i corpi celesti senza però conoscerli davvero. L’Astronomia senza l’Astrologia è come un corpo senza vita… L’Astrologia senza l’Astronomia è come un’anima senza corpo.

  • Per ultimo, cosa ti aspetti per il futuro? Cosa c’è scritto tra le stelle?

“Leggere” le stelle è una faccenda piuttosto complessa. Potrei sicuramente parlarne per ore… 
Conoscere le stelle e saperle tradurre è sicuramente un ottimo inizio. In questo modo si può collaborare con esse oppure “sfidarle”. Per questo motivo, il futuro rimane sempre “probabile”, come insegna anche la Meccanica Quantistica con il suo “Campo delle Possibilità”.

E allora, mentre aspettiamo di conoscere la lettura del nostro vero tema astrale (ndr Francesco ci ha spiegato che il segno zodiacale che pensiamo di avere in realtà è “falso”, perchè l’astrologia moderna non ha aggiornato la lettura del cielo, facendo ancora riferimento all’astronomia dell’anno zero) ti auguriamo di stare sempre, come si dice, “sotto una buona stella”. 

Articolo già pubblicato in versione ridotta sul Quotidiano del Sud – l’Altra voce dei Ventenni di lunedì 02/12/2019